Ca’ del Duca 3052, Corte del Duca Sforza
San Marco, 30124, Venezia, Italy
Tue – Sat 10am – 6pm
Il Mozambico partecipa alla 58 edizione della Biennale di Venezia con la mostra “The Past, the Present and the In Between”.
È la seconda volta che il paese africano participa alla mostra dell’arte nella città lagunare: la prima volta è stato nel 2015.
Fino al 24 novembre, a Palazzo Mora, sono esposte le opere di Gonçalo Mabunda, Mauro Pinto e Filipe Branquinho.
Cresce ogni giorno di più l’interesse per l’arte contemporanea dei paesi del continente africano: i vari padiglioni nazionali a Venezia sono una specie di consacrazione. Finalmente l’Africa non è più vista una “identità unica”, una “single story”, ma esposta nella sua complessità e diversità.
E oltre al passato, il presente e il mentre, c’è una forte idea, e volontà, di futuro. Gli artisti dei vari paesi africani sono nel mondo contemporaneo, traducono, su un altro piano, anche quello che sostiene il pensatore camerunense Achille Mbembe, vale a dire la necessità per l’Africa di entrare nella “conversazione globale” – a partire da una ridefinizione di premesse e concetti capaci di pensare e articolare il “futuro” del continente – e sottolineano come questo “ritorno al futuro” sia diventato strategico per la riformulazione del “presente”.
Anche in Mozambico una nuova generazione di artisti ha cominciato a manifestare questo “desiderio di futuro” attraverso la costruzione di linguaggi estetici la cui aspirazione è la rottura con le convenzioni prestabilite, esplorano, senza complessi e in modo creativo, un immaginario che – nonostante cerchi di mantenere un legame con le sue radici etniche, culturali e storiche più profonde –traduce, allo stesso tempo, la sua appartenenza al “mondo globale” contemporaneo.
E i tre artisti mozambicani, lo scultore Gonçalo Mabunda, il fotografo Mauro Pinto, e il fotografo-pittore-illustratore Filipe Branquinho sono una dimostrazione, felice, di questo nuovo approccio, anche se il titolo della mostra è “Il Passato, Il Presente, Il Mentre”.
Gonçalo Mabunda, Mauro Pinto e Filipe Branquinho dialogano tra loro con le loro opere, sul passato, sulla storia del Mozambico, sulla guerra civile. A volte, sembra quasi un dialogo sorridente, specialmente quando si parla di presente e di “mentre”, quando insomma “guardano e parlano” degli avvenimenti del Mozambico contemporeaneo, ma in realtà non scherzano mai perché le cose su cui dialogano sono serie, parlano di corruzione, di ingiustizia sociale; e proprio come dice il vecchio proverbio “Un mozambicano sorride ma non scherza”.
La curatela della mostra è di Lidija Kostic Khachatourian, il commissario è Silva Armando Dunduro, Ministro della Cultura e Turismo del Mozambico, insieme a Domingos do Rosário Arthur, Segretario. La produzione è a cura del progetto Akka.
L’ingresso è libero.