A Wopart l’arte si fa con la carta: la fiera a Lugano (con opere fino a 30 mila euro)

Luca Zuccala, Corriere della Sera, 19 September 2022
Filipe Branquinho, Hair, 2022, China ink, Posca and fineliner on 300 gsm Archer paper, 46x61cm, AKKA Project
 
Prendete una cosa semplice, come la carta. Se viene trattata con la giusta sensibilità può diventare qualcosa di unico: un’opera d’arte. Delle infinite declinazioni, di questa fragile e preziosa materia, si occupa WopArt, works on paper fair, la fiera dedicata alle opere d’arte su carta. Oltre 50 gallerie e fondazioni partecipano alla Settima edizione, in programma al Centro Esposizioni di Lugano, in Svizzera, dal 23 al 25 settembre (preview su invito giovedì 22, dalle 18 alle 20). Al cuore dell’evento un concetto preciso: la democratizzazione dell’arte, che rinobilita un medium spesso relegato al ruolo di bozza o studio preparatorio. Ma anche del collezionista, che trova in fiera prezzi accessibili per opere di qualità.
 
Le opere e i prezzi
Oggi la carta rappresenta il miglior segmento e la migliore opportunità sul fronte qualità/prezzo per iniziare, o estendere, la propria collezione. Gli espositori propongono opere contemporanee e storiche. Le prime partono da 300 euro per gli artisti emergenti fino a 30 mila euro per autori affermati. Tra questi citiamo Flailing, Falling, Floating…VI di John Kotzé, del 2022, valutato 280 euro; Yuya Suzuki (Urban Iconography, 2022, 1.900 euro), Jorge Cavelier (Rinnovamento, 2022, 4-5 mila euro) e Aldo Salucci (The wheat of love, 2022, 9.500 euro). Per le seconde la fascia di prezzo eccede in partenza i 2 mila euro e si avvicinano con costanza ai 20 mila euro. Soprattutto quando si parla di Maestri storici del Novecento, che richiedono investimenti più ingenti. Come Raymond Hains, il cui Senza titolodel 1973 ha una valutazione di circa 35 mila euro. Tra gli altri highlight della fiera troviamo la china Il Go di Emilio Isgrò (1972) presentata da Stefano Orler (Venezia), il Senza titolodi Robert Rauschenberg (1974) esposto da Galleria Immaginaria (Firenze) ed Extrapagina (1977-2011) di Grazia Varisco, valutato 10-15 mila euro, da Cortesi Gallery (Lugano-Milano). Tra gli espositori si segnalano ancora, tra gli altri: Farsetti (Milano), Mazzoli (Modena-Berlino), HProject (Venezia-Dubai), Migrant Gallery (Berlino-Pechino), Mojdeh Art Gallery (Teheran), Iris Contemporary Space (Teheran).
 
Tra carta e digitale
Sotto la guida del direttore culturale Robert Phillips, WopArt compie un ulteriore passo nella lettura della contemporaneità. Ponendosi questioni riguardo ruolo e differenze, tra carta e digitale. Obiettivo che si riflette nel titolo dell’edizione Others. The Paper and Its Mirror, Nft. Con una certezza che si evince già ora. La carta, nell’arte, vincerà sempre sul digitale. Se volete scoprire perché basta partecipare al talk (ore 16.30, domenica 25) in cui sarà discussa questa relazione tra reale e digitale. Mentre Valentina Picozzi, giovane artista digitale che per Lugano ha ideato l’immagine della campagna Capitale delle blockchainespone sul Wall all’entrata un suo Nft accanto a opere di carta. All’interazione tra uomo e macchina è dedicata la mostra di Luca Maria Gambardella, nella quale saranno prodotti in tempo reale ritratti su carta dei visitatori. Dal sapore più storico è la performance sul romanzo Siddharta, scritto da Hermann Hesse nel 1922, presentata nello spazio della Fondazione Hesse. Di particolare suggestione il settore Gaze Off: 240 metri quadri ideati e gestiti da Franco Marinotti e Guido Tognola, che si pone come uno spazio aperto all’incontro e al confronto, dove la cultura «torna ad essere responsabile di quella luce che potrebbe riaccendere nell’immediato speranze, sguardi, visioni».