AKKA Project è lieta di presentare Tricolore.
Tricolore è un tour artistico lungo un anno per denunciare l’inutilità dei pregiudizi e la bellezza del cambiamento. Il nuovo progetto di Luigi Christopher Veggetti Kanku apre il 20 gennaio 2022 con la prima tappa a Venezia, alla Galleria AKKA Project, per conoscere quattro opere totalmente digitali, formato NFT (i Non-Fungible Token che certificano e proteggono l’autenticità dell’opera d’arte) firmate da Christopher Veggetti. Read more about the project.
La mostra itinerante proseguirà in altre città d’Italia (il calendario è in fase di definizione) e non solo. Anche Sudafrica, Brasile e Stati Uniti sono pronti a conoscere l’ispirazione creativa e sociale dell’artista 42enne nei prossimi mesi. L’evento internazionale si concluderà dopo 12 mesi, nel gennaio del 2023, al Museum of Fine Arts (MOFA) dell’università Statale della Florida.
Tricolore 2022 si focalizza sul senso di identità e di appartenenza, al di là di etnia, origine o religione, sensibilizzando il pubblico nazionale e internazionale verso il cambiamento che sta coinvolgendo l’Italia, sempre più una realtà multietnica. L’evento è un incontro, una foto contemporanea che racconta una verità ancora troppo sottovalutata, ma anagraficamente reale e meritevole di un’inclusione sociale. L’artista, nella sua narrazione visiva, sottolinea tutta la bellezza e la forza del cambiamento.
La rappresentazione è stata programmata non solo negli spazi tradizionali della cultura – come musei, gallerie e spazi d’arte – ma anche in istituti scolastici di vario grado, considerati “luoghi dell’inclusione”, dove assieme alle presentazione delle opere verranno proposti dibattiti e argomentazioni sul tema per coinvolgere alunni e famiglie. Già in calendario l’istituto Leonardo da Vinci di Bergamo, alcune scuole della provincia di Monza e Brianza e di Milano. “Mi piace l’idea di trattare le scuole al pari di musei e gallerie, portare l’arte direttamente dentro gli istituti. Se il fine primo di questo evento è quello di sensibilizzare l’individuo trovo che sia doveroso partire alla base, scardinare le dinamiche abituali dell’arte ed entrare nei luoghi dove i cittadini iniziano a formarsi a costruire il loro senso critico.”
La mostra esposta a Venezia si divide in due: la prima sezione, finalizzata principalmente a veicolare un messaggio, a valorizzarne la sua spiazzante semplicità. Le opere richiamano dove la ricerca dell’artista fa un passo indietro cercando di accompagnare nella maniera più funzionale il contenuto e il valore sociale del progetto verso lo spettatore. Il cambiamento è l’unico vero protagonista di queste opere. Così l’inevitabile inglobalizzazione dei nuovi italiani in questi lavori di Veggetti, si rivela semplicemente un andare avanti, nel modo più naturale possibile. Un procedere verso il futuro di questa nazione non in solitaria, ma nel mondo e con il mondo.
Nella seconda parte Christopher Veggetti ritorna nel suo ruolo, cercando di arrivare dove l’immagine e le sensazioni sono le uniche parole. Il mestiere ritorna padrone, il saper dipingere si palesa fondamentale in questo tentativo di emozionare. Così, in queste tele inedite, l’integrazione sociale, la multiculturalità, si manifestano nella presenza di due colori sulla stessa pelle, perché, dice l’artista: “L’incontro, quando è vero, contamina, inevitabilmente.”
TEENAGER
Teenager è un dipinto che ritrae una ragazza nera che fa la classica smorfia da selfie in voga negli ultimi anni, mostrando una lingua tricolore. La lingua è la nostra bandiera, a tutti gli effetti. Ogni lingua determina un modo differente di pensare, di formulare e costruire il ragionamento. La lingua ci porta al gusto, che ci riporta di nuovo a un’educazione. Sin da bambini interiorizziamo dei sapori che diventano inevitabilmente nostri, in cui ci identifichiamo. La comunicazione, l’alimentazione sono le fondamenta di una nazione.
LE DUE MADRI
Le due Madri, è la prima opera che ha ispirato l’intero progetto ed è una rielaborazione contemporanea della celebre tela di Giovanni Segantini, conservata alla Galleria d’Arte Moderna a Milano. "Sono molto contento di aver reinterpretato l’opera di uno dei grandi maestri della pittura italiana. Dopo oltre 130 anni questa tela prende vita in un’altra forma, digitale, impregnata di un contenuto sociale inaspettato. Un’opera dolce che tocca tante tematiche allo stesso tempo, senza mai essere provocazione, solo un inequivocabile punto di riflessione", il commento dell’artista.